Informazioni sulla "avvocatessa" Francesca Albanese
Questa settimana potrebbe essere rinnovato il mandato di Francesca Albanese come rappresentante del Segretario Generale ONU per la situazione nei territori palestinesi occupati. Dio ce ne scampi.
Francesca Albanese: un incarico ONU da non rinnovare (Dio ce ne scampi):
Questa settimana potrebbe essere rinnovato il mandato di Francesca Albanese come rappresentante speciale del Segretario Generale dell'ONU per la situazione nei territori palestinesi occupati.
Considerando il suo evidente schieramento ideologico “contro Israale” (per usare un eufemismo) è difficile pensare a una persona più inadatta per lo scopo. Ma sappiamo che cosa è diventato l’ONU.
Un’ambigua carriera da “avvocato”:
Francesca Albanese ha dichiarato pubblicamente, in televisione, di "fare l'avvocato", quando lei non è assolutamente iscritta all’albo degli avvocati in Italia.
La “avvocatessa” Francesca Albanese si è poi giustificata su Facebook dichiarando di “pensare spesso in inglese” e dunque di avere usato il termine “avvocato” per tradurre il termine inglese “advocate”, cioè qualcuno che supporta pubblicamente una causa, senza necessariamente essere un “avvocato”.
Nonostante non sia un avvocato riconosciuto dall’ordinamento italiano, in passato non ha mai smentito quando è stata chiamata "Avvocato Francesca Albanese", persino in contesti ufficiali come il Parlamento. Nel video qui sotto ella viene ripetutamente chiamata “avvocato” da Piero Fassino, senza che lei smentisca per nulla il titolo sbagliato.
Una toppa peggiore del buco:
Come dimenticarsi la sua risposta “documentale” agli attacchi di Antonino Monteleone sul tema? In risposta a un suo tweet, Francesca Albanese pensa bene di pubblicare il certificato che attesta la conclusione della pratica forense, insieme con un buffissimo “Tu te la vedrai con i miei legali.” Il tweet è stato rapidamente cancellato da Francesca Albanese, probabilmente dopo avere realizzato l’errore madornale fatto. Ma Internet non dimentica, ecco il tweet:
Peccato che per definirsi avvocato non basti aver svolto il praticantato: servono l’esame di abilitazione e l’iscrizione all’albo, di cui non c’è traccia. Personalmente ho provato senza successo di avere informazioni sul suo esame presso la Presidenza della Corte d’Appello di Napoli, senza successo. C’è stato un interessante rimpallo di competenze tra la Presidenza stessa e la direzione competente presso il Ministero di Grazia e Giustizia: più facile avere informazioni su quello che succede nell’Area 51.
Il suo ruolo di "advocate" per la causa palestinese:
Francesca Albanese è nota per il suo schieramento pro-palestinese e per dichiarazioni estremamente critiche verso Israele.
Dopo i massacri di Hamas del 7 ottobre, ha espresso condanne assolutamente blande, ridicolmente blande rispetto alle sue continue dichiarazioni contro Israele.
In tempi precedenti (2014) ella ha ad esempio definito i razzi di Hamas come "missili squinternati", minimizzando la gravità di azioni terroristiche. Nello stesso post su Facebook che potete leggere qui sotto ella è riuscita a parlare di Hamas in questi termini (15MILA MILIZIANI DI HAMAS CHE RESISTONO): “Impegnato in una missione che svela vieppiù i tratti di una pulizia etnica del popolo Palestinese, Israele sta adesso conducendo una guerra feroce contro gli abitanti della Striscia di Gaza. Aerei, navi e artiglieria pesante bombardano senza sosta da inizi luglio una popolazione di 1.8 milioni di abitanti, tra cui ci sono 15,000 miliziani di Hamas che resistono.”
Ideologia estrema e dichiarazioni complottiste:
Nella stessa lettera del 2014 ha scritto che il sostegno americano e europeo a Israele deriverebbe rispettivamente dalla "lobby ebraica" che li soggioga e dal "senso di colpa per l’Olocausto".
Nel 2015, appena quattro giorni dopo l'attentato alla redazione di Charlie Hebdo, Francesca Albanese mette su Facebook la seguente notizia -proveniente dal canale IRANIANO PressTV- dal titolo: "CIA e Mossad hanno condotto l'attentato di Parigi" Ne avete letto sui giornaloni italiani?
Questo atteggiamento fazioso e questa visione distorta dei fatti sono incompatibili con il ruolo imparziale che l’ONU dovrebbe garantire.
Gestione social a dir poco opaca:
Dopo l’esplosione delle polemiche (leggi: dopo che il sottoscritto ha dato un’attenta occhiata a quel che scriveva), Francesca Albanese ha deciso di cancellare quasi tutti i suoi post pubblici su Facebook, lasciandone solo tre visibili.
Questo improvviso oscuramento solleva dubbi sulla sua trasparenza e sulla volontà di rispondere delle proprie affermazioni passate.
Il paradosso ONU:
Nonostante tutto ciò, il Segretario Generale dell’ONU sembra intenzionato a rinnovare il mandato di Francesca Albanese come rappresentante speciale per la situazione nei territori palestinesi.
Continuare ad affidare un ruolo di tale responsabilità a una figura che ha dimostrato palesi pregiudizi e mancanza di equilibrio sarebbe un errore gravissimo.
Dio ce ne scampi.